Pensavamo ormai di aver visto e letto di tutto riguardo la lombricoltura da reddito. Non è cosi purtroppo. Anche il mondo della lombricoltura ha i suoi millantatori.
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Ci riferiamo ad aziende che dicono, promettono, consigliano e si autodefiniscono leader del settore della lombricoltura, senza averne alcun diritto. Diciamo questo perché quello che scrivono lo riteniamo davvero inaccettabile e ai limiti dell'assurdo. Ci spieghiamo meglio.
Leggiamo di aziende che incitano ad investire nella lombricoltura da reddito e, stando a quanto dicono, si evince questa formula: l'investitore X può comprare lettiere di lombrichi che saranno gestire dall’azienda che propone l’investimento. L'importo dell'investimento, che dipende ovviamente dalle lettiere acquistate, darà diritto a un interesse pagato mensilmente. Interesse ottenuto mediante la vendita dell’humus relative alle lettiere acquistate.
Orbene per esperienza, come azienda che produce vermicompost da letame (humus di lombrico), non è che dall'oggi al domani si produce humus. Ci sono tempi tecnici che anche il miglior allevatore di lombrichi non può manipolare. Ecco a cosa ci riferiamo.
Dall'inseminazione o starter delle lettiere iniziali, devono passare alcuni mesi prima che tutta la lettiera sia colonizzata dai lombrichi. Raggiunta quella fase ci vorranno altri mesi, a seconda del periodo climatico in cui ci troviamo, affinché si abbia la convenienza ad estrapolare l'humus dalla lettiera. Una volta chiarito questo, bisogna vedere effettivamente dove hanno prodotto le lettiere, quanto hanno prodotto, che forma di vendita l'azienda ha scelto di effettuare (garden o agricoltura), dove sarà immagazzinato l'humus, macchinari di lavorazione del prodotto, il packaging di vendita ma, fondamentalmente, la domanda da porsi è un'altra: l'azienda potrà vendere humus?
Per la legge italiana, per poter vendere humus l’azienda dovrà essere iscritta al registro nazionale dei produttori di fertilizzanti, come previsto dal Dlgs 75/2010. L’elenco è pubblico e visibile sul sito del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, oppure sul sito del SIAN. Una volta ottemperato a tale iscrizione, bisogna iscrivere il fertilizzante o i fertilizzanti all'elenco dei fertilizzanti, vengono seguite delle procedure e dopo l'approvazione si acquisisce un numero autorizzativo che attesta l'iscrizione e l'annualità d'iscrizione. Il bello è che fino ad oggi questa azienda non risulta essere iscritta in nessun elenco e, da almeno un paio di anni, professa sul web di "pagare gli alimenti" dalla vendita dell'humus che produce. Noi raccomandiamo di avere del buon senso prima di affidarsi ad aziende di questo tipo.
Sul web ci sono alcuni gruppi facebook di lombricoltura dove sono iscritte la maggior parte delle aziende che praticano la lombricoltura da reddito. In questi gruppi mi è capitato di vedere e leggere alcuni post pubblicati dall'azienda Green, post dove si offrivano di acquistare l'humus che avrebbero prodotto altre aziende, se avessero comprato da loro le lettiere per partire con nuovi allevamenti.
Abbiamo notato che nessuna delle aziende di lombricoltura presenti in questi gruppi ha mai voluto contraddire determinate affermazioni, palesemente false, che in più occasioni abbiamo anche ripreso pubblicamente. In nessuna occasione abbiamo letto di prese di posizione diverse dalla politica applicata da quella azienda. Questo ci porta a pensare che forse non hanno capito quello che sta succedendo. Anche se la nostra azienda ha pubblicamente affermato che determinate violazioni contravvengono alla legge italiana, evidentemente tutte le altre aziende iscritte a quelle pagine non vivono della vendita dell'humus di lombrico, quindi non danno l'importanza che noi diamo a questo eccezionale fertilizzante.
Ne abbiamo parlato anche nell'articolo "Lombricoltura e comportamenti all'italiana. Ecco cosa succede". Abbiamo ripreso pubblicamente la società che pubblicava determinati post avvisandola pubblicamente che determinate pratiche sono illegali. Niente. Non si è mosso nulla. Nessuna levata di scudi, eppure si dovrebbe evincere facilmente che tali comportamenti potrebbero gettare ombre pesanti sul mercato della lombricoltura da reddito. Ma non finisce qui. Ci sono altre infomazioni che, da azienda leader nel settore, non possiamo proprio accettare. Le pubblicheremo nel prossimo articolo. Per ora, metteteci del buon senso e state alla larga dai millantatori. Guadagnare con i lombrichi si può ma metteteci del buon senso.
Di seguito la seconda parte dell'articolo circa i millantatori della lombricoltura da reddito. Oppure leggi l'articolo "Ecco come abbiamo iniziato".
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